Il gemellaggio con Piegut-Pluviers

Ultima modifica 14 ottobre 2021

Quanti di voi hanno sentito almeno solo nominare Piegut-Pluviers? Se qualcuno ancora non lo conosce, spero vivamente che presto gli diventerà familiare quasi come Peiting per Calvi. Infatti è questo il nome del paesino francese, poco più grande del nostro, con cui Montebuono ha avviato (e devo dire siamo già a buon punto) le pratiche per il gemellaggio. Prima di parlarvi un pò delle bellezze del luogo, vorrei sottolineare l’importanza di un simile scambio culturale, importanza messa in evidenza dal contributo (a livello di organizzazione e, soprattutto, di denaro messo a disposizione) che la comunità europea fornisce perché questo vada a buon fine. (Infatti è obiettivo della comunità europea la collaborazione e l’interazione tra i vari paesi che la compongano e la formazione di un pensiero che vada al di là dei confini nazionali verso una vera e propria coscienza europea. Con questo scopo vengono favoriti i gemellaggi che permettono alle diverse individualità nazionali di venire a contatto con tutte le loro tradizioni, modi di vivere, storie, leggende, personaggi, perché questi non spariscano del tutto ma diventino patrimonio di tutta la comunità).
In concreto questo appoggio si manifesta nel finanziare, almeno in parte, il viaggio tra i paesi gemellati (un tot a chilometro e a persona) e a fornire denaro al paese ospitante per far fronte ai problemi legati all’accoglienza. Infatti il gemellaggio è possibile solo grazie alla disponibilità dei cittadini ad accogliere nelle loro case i graditi ospiti e ad essere a loro volta ospitati.
 
Piegut-Pluviers si trova in una provincia ricca di bellezze naturali, artistiche e di storia: il Perigord.

Lontano dalla grandeur parigina, a Piegut e dintorni si respira un’aria molto genuina e semplice. La vita si sviluppa soprattutto intorno all’agricoltura e all’allevamento in particolare di bovini (ci troviamo vicino al Limusino, famoso per un tipo di mucche) e di oche da cui si ricava il famoso e prelibato patè de foi gras. Anche l’artigianato è molto fiorente: alcuni esempi sono la porcellana ( si pensi ad esempio a Limoges ), le confezioni tessili e le pantofole, i coltelli di Nontron,; ci sono inoltre numerosi mulini per la farina e per l’olio. Quello che colpisce è la cura e l’orgoglio con cui vengono conservate e mostrate al mondo le particolarità e le ricchezze del luogo: non c’è paese, o villaggio anche di qualche decina di abitanti (!!!) in cui non sia presente un ufficio turistico con relativi depliant e libretti informativi sulla zona e sul paese stesso. E in effetti di cose da mostrare e di cui andare orgogliosi ce ne sono! Innanzitutto il verdeggiante e quasi fiabesco paesaggio, ovunque puntellato di laghi (non esiste un fazzoletto di terra intorno a Piegut in cui non sia presente un piccolo stagno privato), di boschi e castelli (ce ne sono circa un migliaio).
A Piegut proprio esiste una bellissima torre che ha resistito all’assedio di Riccardo Cuor di Leone ed è stata dimora della favorita di Luigi XV, la marchese di Pompadour. Nei dintorni si trovano delle città piene di fascino e di suggestioni come Brantôme, la Venezia del Perigord, Bergerac, famosa per il nasuto spadaccino e per il vino, e Perigueux, la capitale del Perigord., Il Perigord viene anche definito la culla dell’umanità, per il gran numero di siti preistorici, che testimoniano che queste terre erano abitate già circa 20.000 anni fa. Tra questi sicuramente l’esempio più noto è rappresentato dalle grotte di Lascaux piene di graffiti e pitture risalenti a 17.000 anni fa. A parte questo, ovunque si trovano luoghi in cui gli uomini preistorici hanno lasciato segni evidenti come le grotte di Villars, la Grand Roc e la Roque Saint Christophe.
Piegut-Pluviers era famosa nel passato per il mercato di maiali, che si svolge tuttora. Inoltre ogni mercoledì c’è un mercato di prodotti artigianali e gastronomici locali, come ad esempio formaggi, patè di ogni tipo, vini, dolci, ecc.
Non voglio dilungarmi oltre nella descrizione sia per questioni di spazio, sia perché spero di aver stimolato la curiosità dei lettori, che saranno quindi invogliati a partire e a tener vivo lo spirito del gemellaggio. Quello che vorrei evidenziare è che nella nostra prima visita ci siamo trovati di fronte a delle persone squisite, che ci hanno accolto nel migliore dei modi, che quando siamo partiti hanno versato lagrime sincere, che hanno in seguito visitato l’Italia con interesse ed emozione, che hanno mostrato tutta la loro disponibilità e il desiderio (come spero che farete voi tutti) a superare la distanza(molta devo dire) che separa i nostri paesi per iniziare insieme un cammino che possa essere il più stimolante, positivo e costruttivo possibile. (Elisa Morganti).


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